Monticchiello è un borgo medioevale affascinante della Val d’Orcia, in Toscana, in grado di conquistare con il suo fascino il turista più distratto.
C’è solo una torre ben visibile alla sommità di un colle. I resti delle sue mura e la sua porta medievale si vedono quando i turisti arrivano quasi a ridosso del castello.
Le emozioni da vivere sono davvero infinite perché la storia coinvolge nelle sue particolari originalità di un tempo, quasi a sottolineare le peculiarità del passato. A volte dimentichiamo questa ricchezza da conoscere perché è la nostra storia che si affaccia continuamente sul percorso di vita, delineando la sua importanza culturale.
Le origini del borgo si perdono nel tempo. Se volessimo ritenerlo di origine romana si potrebbe ipotizzare la sua appartenenza alla Gens Cloelia, facendo derivare il nome Monticchiello dal latino Mons Cloelii.
Monticchiello è compreso nell’elenco di castelli che nel 943 Lamberto Aldobrandeschi cede alla Badìa Amiatina.
La storia di Monticchiello inizia ad acquistare importanza solamente a partire dal XIII secolo, quando la popolazione, stanca per la cattiva amministrazione del potere da parte dei Cavalieri Teutonici, che avevano ottenuto il castello in feudo dalla Chiesa di Roma per le benemerenze acquisite nella difesa dei luoghi santi, decide di appoggiarsi alla Repubblica di Siena, diventando suo fedele alleato.
Erede di un’antica e non dimenticata solidarietà è il Teatro Povero, segno più attuale e vistoso della vitalità del paese e della capacità della popolazione di ritrovarsi, mettersi in piazza e riaffermarsi, affrontando temi di grande attualità.
Con questa attività culturale c’è quell’occasione di trovare il giusto equilibrio tra socializzazione e discussione brillante di temi storici e di attualità che proprio nel teatro trovano il loro naturale palcoscenico.
Per realizzare un semplice spettacolo teatrale potrebbe bastare un comitato, un gruppo di persone che si organizzano. Una compagnia più o meno amatoriale. Il Teatro Povero dal 1980 ha provato ad ampliare il suo progetto: dal maggio di quell’anno si è costituita la cooperativa chiamata Compagnia popolare del Teatro Povero di Monticchiello.
Un progetto, un sogno, una realtà per la quale ancora oggi si combatte in prima linea. Dietro alla parola “teatro” si trovano a Monticchiello aspettative, progetti e sogni di un’intera comunità.
Il teatro non può rimanere semplicemente su un palco, confinato su una scena. Il teatro, qui, ha vissuto da sempre nelle piazze, nelle strade, nel comune desiderio di fare di più e meglio per le vite e per il territorio.
Questo spiega perché oggi sono impegnati a realizzare spettacoli, a gestire il Granaio con tutti i suoi servizi, il museo, la Taverna di Bronzone e molto altro: una costante attività di crescita e sviluppo aperta all’inventiva e alla partecipazione dei soci.
Francesco Fravolini