Il 3 maggio a Santa Fiora si celebra la Festa del Santissimo Crocifisso, detta anche Festa delle Croci. Come in altre feste di primavera che si svolgono sul Monte Amiata, anche nella Festa delle Croci momenti di alta spiritualità, costituiti da funzioni e riti religiosi, si integrano a rievocazioni di tradizioni popolari antiche, come la tradizionale fiera delle merci e del bestiame e il dono del cedro dell’innamorato alla donna amata per dichiararle il proprio amore.
Il momento centrale della Festa delle Croci è la suggestiva processione pomeridiana, in cui il crocifisso ligneo viene portato in processione per le vie del centro storico di Santa Fiora, affiancato da vessilli, emblemi, insegne riempite di ex voto e da altre tre grosse croci di legno, nodose, alte oltre 5 metri e vuote dentro, portate dai cirenei , in rappresentanza delle comunità di fedeli di Pieve, Suffragio e Sant’Agostino. Quello dei cirenei, un tempo, era un ruolo molto conteso perché era considerato simbolo di forza e virilità. I cirenei infatti hanno il compito di portare le grosse croci sospese, cercando di tenerle in equilibrio, dopo averle appoggiate ad un sospensorio di cuoio legato alla vita.
La Festa delle Croci di Santa Fiora si lega al culto del Crocifisso Miracoloso, divenuto oggetto di culto e di devozione da parte della popolazione di Santa Fiora e dei paesi vicini fin dal ‘600, quando si rivolse con voce umana a suor Prassitea Crogi, la suora cappuccina che fondò il convento delle murate vive di Santa Fiora, dopo che il falegname che lo aveva scolpito, insoddisfatto dell’opera, lo gettò nella legnaia perché diventasse legna da ardere.
Al Crocifisso si attribuiscono anche altri fatti miracolosi. Il più eclatante è l’apparizione improvvisa nel convento delle murate vive, dopo che era stato portato a Siena per chiedere la grazia di far cessare l’epidemia di colera che stava mettendo a dura prova la popolazione di Santa Fiora. Un altro fatto miracoloso attribuito al Crocifisso di Passitea è l’aver protetto la popolazione di Santa Fiora dalle drammatiche conseguenze del terremoto del 3 maggio 1778.
Foto Credit: Gigliola Caliendo