Castell'azzara, provincia di Grosseto

Il paese nato da una “Zara”

“Quando si parte il gioco de la Zara colui che perde sì riman dolente repetendo le volte, e tristo impara”. Con queste parole Dante sembra proprio far riferimento al borgo di Castell’azzara nel VI canto del Purgatorio. La cosiddetta Zara è un gioco d’azzardo basato sul tiro dei dadi.
Si narra che tre fratelli della casa Aldobrandesca, mentre stavano passeggiando nei loro possedimenti nel monte Amiata, si siano accorti della rilevanza strategica della zona dove sarebbe poi sorto il borgo, e abbiano deciso di sfidarsi a “zara” per stabilire chi dovesse costruire il castello in quella zona.

Fu proprio Bonifacio degli Aldobrandeschi a vincere la sfida e a far edificare la fortezza. Nello stemma del castello si possono notare infatti tre torri. Ognuna di esse ha sopra di sé un dado con un numero. La più alta, con il numero 5, dovrebbe rappresentare proprio quella che ha permesso a Bonifacio di vincere la partita a “zara”.

La zona del Monte Civitella, del Monte Penna e l’area che circonda il borgo di Castel’Azzara, ha sempre avuto una certa rilevanza nei secoli. Si sono alternati possedimenti umbri, etruschi, Aldobrandeschi, la famiglia Sforza, Siena e il granducato di Toscana.

Il borgo, le chiese, la rocca

Il piccolo borgo possiede un fascino unico perché è immerso nella natura e, inoltre, ha delle viuzze molto caratteristiche. I punti di forza del paese sono sicuramente la fortezza, edificata dagli Aldobrandeschi, Il palazzo del Capitano, la Chiesa della Maestà, la villa Sforzesca (Villa campestre con stemmi e affreschi) e la Rocca Silvana dove è possibile ammirare il panorama boschivo verso il centro abitato di Selvena.

Nel piccolo borgo di Castell’Azzara vi sono due “strade” molto particolari, vi passano infatti la via Francigena e la via del tartufo. E’ stata definita come la capitale del tartufo maremmano e vi è possibile trovare sia la versione bianca (più prelibata) che quella nera.

Castell’Azzara ha avuto una rilevanza strategica anche in tempi molto recenti grazie alle miniere di cinabro molto attive negli anni del ‘900.
Da quando sono state chiuse le miniere, il borgo ha visto la sua popolazione diminuire (come del resto anche negli altri paesi dell’Amiata) e si è isolato sempre più. I paesani, per questo motivo, venivano definiti come “orsi”. Castell’Azzara ha però saputo andare oltre questi limiti grazie alla bellezza della natura che la circonda e alla particolarità delle architetture storiche.

La natura, la grotta del sassocolato

La natura è lo snodo cruciale del piccolo borgo e infatti molti sono i sentieri che portano direttamente al monte Penna e alcuni punti panoramici mozzafiato. Un posto unico da visitare è proprio la “Grotta del Sassocolato” dove vi sono una quantità incredibile di stalattiti e stalagmiti, anche se è possibile vederla solamente durante l’estate con il gruppo speleologico “L’Orso”. La grotta è diventata la casa di 2000 pipistrelli ed anche per questo motivo che viene protetta come habitat naturale da mantenere.

Eventi e feste

Anche gli eventi hanno la loro importanza nell’animare il piccolo borgo durante tutto l’anno.
La maggior parte di essi, come negli altri paesi amiatini, si svolgono nel periodo estivo. Il più rinomato nella stagione calda è la “Festa del tartufo d’estate”. L’altra festa molto particolare è “Zucche in festa”. In apparenza potrebbe assomigliare molto ad Halloween però, in realtà, veniva già svolta dai contadini molti anni indietro. Si festeggiavano infatti le “morti secche” ponendo delle candele dentro a delle zucche svuotate come oggetti portatori di nuova vita.
Questa era la loro ultima funzione prima di essere usate come alimento per gli animali.

Partendo dalla “zara”, passando per le miniere di cinabro e arrivando sino al trekking odierno, Castell’Azzara ha saputo adattarsi alle varie vicissitudini, ai cambiamenti del tempo, alle disfatte ed è riuscita a risorgere enfatizzando sempre qualcosa di unico che era nascosto nel suo territorio. Le cose migliori accadono quando curi il territorio in cui abiti e cerchi di far risaltare la sua anima e vitalità.