Con l’arrivo dell’autunno, il Monte Amiata si riempie di colori, e sulle tavole cominciano ad arrivare le prelibatezze a base di castagne. Ogni paese dedica alla castagna una festa e quella di Piancastagnaio è la più antica di tutte e anche la più grande. Nel fine-settimana più vicino al 1° Novembre, il Crastatone di Piancastagnaio è un evento sia per gli abitanti che per i turisti, ma io non l’ho mai vissuto né come abitante, né come turista. Diciamo che la mia è stata un’esperienza intermedia che mi ha permesso sia di godermi la festa, sia di toccare con mano tutto il lavoro, la fatica e, soprattutto, il grande impegno che ci sta dietro.
Arrivare a Piancastagnaio nei giorni del Crastatone è ritrovarsi catapultati in un’altra realtà: il paese ha un vestito nuovo, rustico, familiare; i preparativi sono cominciati già un mese prima e tutto il centro storico è addobbato con rami e foglie di castagno, lappe (il riccio della castagna) e balle di fieno, e ogni tanto compare anche qualche simpatico spaventapasseri. Durante il giorno ci sono spettacoli medievali (sbandieratori e suonatori di cornamusa o altri strumenti poco moderni) e mercatini con prodotti artigianali.
In questo meraviglioso contorno, però, l’attrazione maggiore sono sempre le cantine. Situate per le vie e viuzze del centro storico, le cantine sono luoghi accoglienti in cui si può trovare ristoro anche solo con un bicchiere di vino o un sacchetto di “crastate” (le castagne arrosto da cui deriva il nome della festa). Ma le cantine sono anche il posto perfetto in cui organizzare pranzi o cene con gli amici di sempre o con quelli ritrovati.
Le cantine sono gestite dalle Contrade (Borgo, Castello, Coro e Voltaia), che ogni anno si occupano dell’allestimento e del menù, tutto a base di castagne e prodotti tipici, e tutto molto buono. Le Contrade sono sempre un po’ in competizione tra loro, perciò cercano sempre di migliorare in ogni ambito. Dal 2009, a rendere le sfide più interessanti, c’è la gara a chi realizza il miglior piatto: alla Contrada vincitrice viene assegnato il premio culinario Monna Castagna.
Comunque, il Crastatone è bello anche di notte, perché tra i fuochi di chi cuoce le castagne e il tepore delle cantine, da ogni angolo del centro storico risuonano musiche di ogni genere e tipo: band locali, band più conosciute, canzoni tradizionali e popolari, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Tutti gli anni il divertimento è assicurato, ma quella del 2016 è la 50-esima edizione e quindi, forse, sarà tutto molto più bello. Non resta altro da fare se non andare a scoprirlo. Io intanto lascio la parola a chi il Crastatone lo vive dalla Contrada:
«Un abitante riconosce sempre quando è Crastatone, perché il paese cambia, muta, si riveste di una nuova faccia, nell’aria si respira un profumo diverso, fatto di crastate e salsiccia alla brace.
Ognuno di noi contraddistingue quell’odore: è l’ora della festa, è l’odore del momento del “Ragazzi è Crastatone!”»