Sono Giulia Raffaelli, sono una guida turistica di Rapolano in provincia di Siena e adoro l’Amiata.
È la mia montagna da quando ero piccola; dalla prima neve da bambina quando mi ci portavano i miei genitori fino all’estate quando si andava a cercare il fresco.
Siccome non posso andare sull’Amiata in questo periodo mi sono detta, mi metto accanto al camino così sembra di essere lì.
Il ricordo che voglio condividere con voi è estivo (era un caldo cane, e quindi si era alla ricerca del refrigerio) e non dell’Amiata.
Un giorno, con un gruppo di amici decidemmo di andare a cercare il fresco e a fare un picnic; eravamo agli inizi degli anni 2000, facevo ancora l’università e a Siena, nel giardino della biblioteca di Lettere in via Feravecchia si era creato un gruppo di amici di studi ‘misti’ tra storia dell’arte che frequentavo io, antropologia e così via.
Una mia amica antropologa volle andare sul Monte Labbro: io nemmeno sapevo che esisteva all’epoca perché ero sempre stata all’Amiata e non sapevo nemmeno di Davide Lazzaretti, della sua epopea, della sua vita e della sua morte.
Rimasi folgorata, questa storia mi colpì moltissimo, feci un po’ di approfondimenti e qualche anno fa quando sono stata 5 giorni sempre d’estate a fare del trekking sull’Amiata sono andata nel Museo che c’è ad Arcidosso e ho approfondito la storia. È una parte della nostra memoria che spesso viene dimenticata, ultimamente grazie a Cristicchi è rimbalzata alla cronaca nazionale però volevo ricordarla anch’io qui con voi.
Ci vediamo presto, spero sull’Amiata o comunque in giro a vedere posti belli. Ciao!
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